Kant
Immanuel
Kant é nato nel 1724 a Königsberg, dove é crescuto in una famiglia
di un modesto fabbricante. Dalla sua madre, che é morta quando lui
aveva solo 13 anni ha ricevuto la formazione religiosa che gli impediva
a praticare una vita pia, intransigente e rigorosa dal punto di vista
morale. Quello gli avrà portato la sua famosa puntualità nella
vita. Dopo la morte del padre nel 1746 ha iniziato a fare l´
istitutore per guadagnarsi da vivere. Da qui in poi ha dedicato la
sua vita allo studio e all´ insegnamento. Mentre per l´ ultimo, suo
obiettivo non era insegnare la filosofia, ma la sua missione era a
imparare a filosofare.
La
produzione delle sue opere si distinguono in due fasi. La fase
precritica contiene opere con idee del tempo nel quale si
occupava di testi di razionalisti e di empiristi, Leibniz e Newton,
del quale era affascinato in particolare. Grazie alla lettura di
Hume, alla fine si é svegliato dal sonno dogmatico, e inizia a
criticare la metafisica. Nella fase del criticismo da alle
stampe “la critica della ragion pura”, che secondo Schopenhauer
era il “libro piú importante scritto in Europa, ma dal pubblico
non viene accolto con favore. Vivendo ritirato dal pubblico si
concentra su nient´ altro che il suo studio finché sei anni dopo il
primo libro della fase del criticismo pubblica una edizione
modificata di esso e poi “la critica della ragion pratica e la
critica del giudizio.
Critica della ragion pura (1781): Kant si propone di sottoporre a giudizio la ragione umana. Per Critica della ragion pura intende l’indagine rigorosa della capacità della ragione riguardo a tutte le conoscenze a cui può aspirare a prescindere dall’esperienza. La conoscenza derivante dall’esperienza viene chiamata a Posteriori , e quella indipendente dall’esperienza è chiamata a Priori e perciò è universale e necessaria. Kant si chiede com’è possibile la scienza (la fisica, geometria, aritmetica) che opera con giudizi sintetici a priori? E’ possibile una metafisica come scienza? Le condizioni di possibilità della scienza e delle conoscenze risiedono negli elementi a priori che ordinano le impressioni, infatti: l’oggetto dell’esperienza risulta da una sintesi tra un dato della sensibilità e un elemento a priori, che Kant definisce Fenomeno.
La Critica della ragion pura si divide in:
Estetica trascendentale, studia le forme pure della sensibilità, cioè Spazio e Tempo, che condizionano il modo di apparire a noi delle cose.
Logica trascendentale tratta dei concetti puri , o categorie dell’intelletto (12 categorie) e si divide a sua volta in Dialettica trascendentale e Analitica trascendentale (=dottrina delle forme a priori dell’intelletto), dei concetti e dei principi. L’intelletto è la facoltà mediante la quale gli oggetti vengono ‘pensati’, ovvero le intuizioni sensibili vengono elaborate, unificate, in concetti.
L’Analitica dei Concetti: Kant si propone di ricercare tutte le forme a priori dell’intelletto e per far ciò rileva che la funzione propria dei concetti consiste nell’unificare, nell’ordinare un molteplice sotto una rappresentazione comune attraverso l’attività di Sintesi. I concetti possono essere empirici, quando il molteplice è costituito da determinate sensazioni e concetti puri, che unificano solo le intuizioni pure di spazio e tempo. I concetti puri che sono pure forme unificanti o sintetizzatrici, sono le forme a priori dell’intelletto o Categorie , cioè modi di funzionare del pensiero.
L’Analitica dei principi insegna ad applicare ai fenomeni i concetti. Pensare e conoscere non sono la stessa cosa, un oggetto può essere pensato mediante le categorie ma può essere conosciuto solo tramite intuizioni sensibili di spazio e tempo. Di qui la distinzione kantiana tra Noumeno, ciò che è solo pensabile, e Fenomeno. La scienza può studiare solo il fenomeno, cioè le cose come appaiono e non come sono. La dialettica trascendentale, dottrina delle forme a priori della ragione, intende dimostrare che i giudizi sintetici a priori valgono solo per i fenomeni e non per le cose in sé o noumeni. La Dialettica è intesa da Kant come logica dell’apparenza. La Ragione è l’Intelletto in quanto si spinge al di là dell’esperienza cadendo così, in una serie di errori naturali,, in quanto la tendenza dell’intelletto ad andare oltre l’esperienza non può essere eliminata.Se l’Intelletto è la facoltà di giudicare, così la Ragione è la facoltà di sillogizzare. Mentre il giudizio contiene sempre un elemento fornito dall’intuizione sensibile, il sillogismo si muove su puri concetti, prescindendo dall’esperienza.
Critica della ragion pratica (1788). La Critica della ragion pratica si propone la ricerca delle condizioni della morale. Nell’uomo è presente una Legge Morale che lo comanda come un Imperativo Categorico, cioè incondizionatamente. L’uomo sente di dover obbedire alla ragione come una forma di legge del dovere, “il dovere per il dovere”, universale e che ha come fine il rispetto della persona umana, postulando la libertà, l’immortalità dell’anima e l’ esistenza di Dio.
Critica del Giudizio (1790). L’attività del giudizio è l’argomento trattato nell’opera, questa attività deve scorgere sul mondo fenomenico il riflesso del regno dei fini (cioè secondo i dettami della legge morale), e lo può fare in due modi: come giudizio determinante o come giudizio riflettente. Il primo è quello del giudizio gnoseologico e morale, mentre l’esigenza del giudizio riflettente può essere estetico o finalistico.
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